25 Luglio

25 Luglio! Festa San Giacomo apostolo, Santiago! Quel Santiago per cui nel giro di appena un secolo tutto il territorio europeo si mise in cammino. Le strade di pellegrinaggio intesserono così nuovi sentieri riannodando legami che a causa dei barbari, del crollo dell’impero Romano e degli invasori in Spagna, erano andate inevitabilmente perduti. Una fortuna poter festeggiare questo Apostolo di Cristo avvicinandoci a Cracovia per la GMG. Accade, infatti, la stessa cosa, in un mondo in cui i rapporti sono fragilissimi e ogni legame appare minacciato dalla tempesta dell’individualismo e della paura, i pellegrini testimoniano che invece è possibile quello a cui ci richiama costantemente il Papa: costruire ponti per una cultura dell’incontro che vince l’autoreferenzialitá e l’individualismo. Non é un progetto a tavolino, nemmeno una strategia: stamani svegliandosi tra volti nuovi ci si sorprende semplicemente di come questo accada, è un fatto. Oggi, come nel IX secolo, è solo un’attrattiva, una promessa di bene e felicità per la vita a poter mettere assieme tante persone diverse. In una settimana in cui sembrava vincere solo il terrore (Nizza, Monaco, Kabul…), vediamo qui la presenza di qualcos’Altro nella storia, di Un Altro. Come diceva San Giovanni Paolo II: «Dio ha posto un limite al male». Un limite reale, concreto, fatto di carne, di volti, di facce precise per le quali vale la pena compiere un così lungo viaggio per gridare con la stessa vita, con il loro tempo libero “investito” in questi giorni di preghiera, che c’è un limite al male, c’è perché il nostro cuore ha la forza di riaccorgersi sempre di cosa desidera, di cosa sia il vero bene per la vita. In questi giorni in cui in Europa sembrava imperversare solo il male appaiono attualissime le parole del grande filosofo polacco Józef Tischner: «Essere pellegrini è muoversi verso una liberazione. Chi prende in mano il bastone da pellegrini compie già un primo gesto di liberazione. Un’ulteriore liberazione si compie attraverso la povertà, l’umiltà piena di silenzio, il pianto che implora solidarietà e fratellanza, il desiderio di giustizia, di misericordia e di pace. Ma sulla via della liberazione ci attende ancora un ultimo gesto: bisogna liberarsi dal peso della sofferenza inflitta all’uomo dall’uomo». Quanto è corrispondente l’inivito di Papa Francesco a compiere un pellegrinaggio di Misericordia, all’insegna del Perdono! Solo questo permette di riconoscere nell’altro un bene per la propria vita, spezzando quelle strutture di male in cui a volta sembra imbrigliata la storia. Che questi giorni ci permettano di scoprire sempre piú vere le parole dell’inno della GMG:«Persi in un mondo d’oscurità lì Tu ci trovi […] Beato è il cuore  che perdona! Misericordia riceverà da Dio in cielo!»

Elia